Carissimi Amici, il prossimo 30 marzo 2013 ricorderò il mio 50° anno di Vita Sacerdotale. In una notte insonne mi sono proprio divertito a pensare, riflettere, meditare su questi miei cinquant’anni di sacerdozio… e, dopo due buone ore, lo spirito mi ha suggerito il titolo di quanto desidero confidarvi: “CINQUANT’ANNI… DI RISURREZIONE”.
A quattro anni ero già chierichetto. Ogni giorno andavo in parrocchia con nonna Gioconda a servire la S. Messa e spesso le dicevo: “Nòna, mi vojo diventare prete” (“Nonna, io voglio diventare prete”).
Ora che sono un po’ grandicello, mi piace spesso rileggere Geremia,1,4-5: “Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto; prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato; ti ho stabilito profeta…”. È Dio che mi ha scelto, è Dio che mi ha chiamato, Lui mi ha voluto sacerdote. La mia vocazione è sua. E francamente, Amici, non ho mai dubitato della mia vocazione. Ma sofferto sì!…Tanto… Molto…
Al mio Parroco, Mons. Anselmo Bernardi, ho spesso aperto il mio cuore nella confessione: “Signor Parroco, desidero entrare in Seminario…”. Non mi ha mai risposto. In quinta elementare tentai ancora. Mi guardò, sorrise e mi disse: “Il seminario non è per te, ti piace troppo giocare al pallone”.
Con tristezza confidai a mia sorella Maria: “Maria, el pàroco non me voe mandare a Thiene (seminario minore della Diocesi di Padova) perché me piaçe xugare a baeon” (Maria, il parroco non mi vuole mandare a Thiene perché mi piace giocare a pallone).
Ma il Signore mi ha voluto sacerdote. Maria confidò ad un seminarista monfortano di Abano Terme la mia sofferenza. Improvvisamente arrivò a casa mia il promotore vocazionale dei Padri Monfortani di Bergamo, P. Rizzardo Omizzolo per parlarmi. Gli confidai quindi quanto avevo nell’animo. Il Sacerdote andò dal mio parroco per chiedere informazioni su di me e sulla mia famiglia. Tutto bene e mi seguì per un anno. Poi, un bel giorno, mi chiese se ero ancora deciso a diventare prete e missionario. Gli chiesì: “Padre, ma in seminario è proibito giocare al pallone?”. “No!” mi rispose. “Bene, allora accetto”.
Il 15 settembre 1948, festa della Beata Maria Addolorata, Mamma e Papà mi portarono con la loro “Topolino” a Redona di Bergamo, nel Seminario dei Padri Monfortani, fondata da San Luigi Grignion da Montfort, il grande mariologo.
Amici, sapete qual è stata la mia sofferenza più grande?… sempre?… Lasciare papà e mamma, i miei cinque fratelli, le mie quattro sorelle e nonna Gioconda: avevo nostalgia della mia famiglia, della bellezza di stare e di vivere assieme. Ma Dio mi voleva sacerdote. Mi ha dato una forza tutta Sua… E allora, avanti: media, ginnasio e liceo a Redona. Noviziato e prima professione religiosa a Castiglione Torinese. Poi filosofia e due anni di teologia a Loreto. Quindi Roma per gli ultimi due anni di teologia.
Nella nostra classe eravamo sei candidati al Sacerdozio. Esami finali nella Curia Romana con professori universitari. Feci l’esame per ottenere l’ordinazione sacerdotale con un anziano professore della Gregoriana. Venti minuti di interrogazione. Tutto bene. Poi mi fu chiesto la formula dell’Ordinazione sacerdotale in latino. Un improvviso vuoto di memoria mi condannò ad un altro esame dopo un mese. Terribile quel professore che scombussolò tutto il programma comunitario con l’ordinazione dei miei compagni il 9 marzo. Assistii alla cerimonia: tre ore di pianto.
Ricordo questo dopo 50 anni di sacerdozio. Perchè? Forse perché il Signore ha voluto una festa tutta mia, con i miei cari, il 30 marzo 1963 e poi, sempre Lui, il Buon Dio, vuole regalarmi il 50° di sacerdozio proprio il 30 marzo 2013, il Sabato Santo, Veglia Pasquale, definita il CUORE dell’anno liturgico per il fatto inaudito che cambia il corso della storia umana: la morte è vinta per sempre con la Risurrezione di Gesù. Lui, Gesù, è la primavera della speranza per tutti noi.
Ecco il significato del mio titolo: CINQUANT’ANNI… DI RISURREZIONE. Dio mi ha voluto sacerdote per vivere la Pasqua narrando e predicando per 50 anni la Buona Novella e svelando con la mia vita che “IL SOLO E VERO PECCATO È RIMANERE INSENSIBILI ALLA RISURREZIONE”
Cinquant’anni di Sacerdozio! Prete e missionario a Roma, Bergamo, Padova, Verona, a Utale, Nankhwali, Namalaka, Mangochi, Namwera e Masuku!
Per ben 20.451 volte ho celebrato l’Eucarestia, memoriale dell’opera della salvezza compiuta per mezzo della morte e della Risurrezione di Cristo. In questi paesi ho battezzato, cresimato, confessato, unto gli infermi e benedetto matrimoni. Proprio grazie a questi Sacramenti ho comunicato e trasmesso i frutti della Risurrezione di Gesù.
Amici, non pensatemi santo. Non sono un santo, sono un uomo anch’io, debole, fragile, con tanti difetti, ma SACERDOTE… voluto da Dio… bisognoso della Vostra preghiera e bisognoso di tutti Voi e del Vostro Aiuto per ringraziare il Signore per questi CINQUANT’ANNI… DI RISURREZIONE.
A tutti voi, con tutto il cuore e con affetto e riconoscenza BUONA PASQUA!
P. Lorenzo Pege