Donne dell’Africa annunciatrici della misericordia di Dio. Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo? È il tema della 9ª Conferenza della Regione Africa dell’Unione mondiale delle donne cattoliche (Umofc- Wucwo) svoltasi dal 29 agosto al 5 settembre a Lilongwe, in Malawi.
La conferenza ha voluto sottolineare come le donne, in quanto “annunciatrici di misericordia”, abbiano un ruolo sempre più importante nella Chiesa e nella società. Tra i temi affrontati: la condizione delle donne e dei giovani in Africa e il loro ruolo quali agenti di sviluppo, dialogo, pace e giustizia che sono la chiave per un continente prospero; i cambiamenti climatici; l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici come diritto umano.
L’incontro ha visto la presenza di 150 delegati internazionali e 350 delegati locali. La presidente della Regione Africa per il Uucwo, Rosaline Nganku Menga, in apertura dei lavori ha sottolineato quanto, nonostante gli sforzi compiuti da alcuni governi, dalla Chiesa e da alcune ong le sfide del continente sono infatti ancora molte. Alla povertà, all’analfabetismo, alla disuguaglianza di genere, all’Aids, alla corruzione e al malgoverno si sono aggiunti negli ultimi anni anche il terrorismo, l’ebola, la tratta di esseri umani, la migrazione dei giovani e il cambiamento climatico”.
L’obiettivo generale dell’evento è stato quello di indicare proposte concrete di azione al servizio della famiglia, della Chiesa, dei giovani e dei sofferenti nel continente.
L’Umofc, è presente in 62 paesi di tutti e cinque i continenti, ha come obiettivo la promozione della partecipazione e della corresponsabilità delle donne nella vita della Chiesa, favorendone così la missione evangelizzatrice e l’impegno per lo sviluppo umano. “L’Unione – si legge nel sito del Pontificio Consiglio per i Laici – persegue tale obiettivo incentivando una formazione che renda le donne capaci di affrontare le sfide del mondo contemporaneo; sensibilizzando al rispetto delle diversità culturali; stimolando le proprie organizzazioni membro ad aprirsi alla dimensione internazionale; collaborando con altre organizzazioni internazionali che si adoperano per il rispetto dei diritti della persona umana e soprattutto delle donne; incoraggiando il dialogo nell’ambito ecumenico e interreligioso”.